E l'Unione Europea che dice
All' atteggiamento remissivo dello Stato italiano ha fatto da contraltare una crescente
aggressività da parte delle gerarchie ecclesiastiche e soprattutto dei politici al seguito,
cattolici e neo convertiti, nel rivendicare il denaro pubblico. In agosto, quando la
commissione europea ha chiesto lumi al governo Prodi sui privilegi fiscali del Vaticano, nell'
ipotesi si tratti di "aiuti di Stato" mascherati, l' ex ministro Roberto Calderoli, già
protagonista delle battaglie anticlericali della Lega anni Novanta, ha chiesto al Papa di
"scomunicare l' Unione Europea"...
l'inchiesta
della commissione europea sull'intero settore dei favori fiscali alla chiesa cattolica italiana,
nell'ipotesi di "aiuti di Stato" mascherati. Con gran scandalo di alcune lobby parlamentari
che hanno invocato la mano del papa contro Bruxelles...
altro..
In Europa il tema dell'insegnamento religioso nelle scuole pubbliche è al centro di un vivace
e colto dibattito, ben al di sopra delle vecchie risse fra clericali e anticlericali. Nello stato più
laico del mondo, la Francia, il regista Regis Debray, amico del Che Guevara e consigliere di
Mitterrand, a suo tempo ha rotto il monolitico fronte laicista sostenendo l'utilità d' inserire
nei programmi scolastici lo studio della storia delle religioni. In Gran Bretagna la teoria del
celebre biologo Roger Dawkins ("L'illusione di Dio"), ripresa dallo scienziato Nicholas
Humprey, secondo il quale "l'insegnamento scolastico di fatti non oggettivi e non provabili,
come per esempio che Dio ha creato il mondo in sei giorni, rappresenta una violazione dei
diritti dell'infanzia, un vero abuso", ha suscitato un ricco dibattito pedagogico. Ma è un
fatto, sostiene Dawkins, che "noi non esitiamo a definire un bambino cristiano o
musulmano, quando è troppo piccolo per comprendere questi argomenti, mentre non
diremmo mai di un bambino che è marxista o keynesiano, Con la religione si fa
un'eccezione".
In Germania, Spagna, perfino nella cattolicissima Polonia di Karol Woytjla, il dibattito non si
è limitato alle pagine dei giornali ma ha prodotto cambiamenti nelle leggi e nei programmi
scolastici, come l'inserimento di altre religioni (Islam e ebraismo, per esempio) fra le scelte
possibili o la trasformazione dell'ora di religione in storia delle religioni comparate, tendenze
ormai generali nei sistemi continentali. In Italia ogni timido tentativo di discussione è
stroncato sul nascere da una ferrea censura. L'ora di religione cattolica è un dogma. La sola
ipotesi di affiancare all'ora di cattolicesimo altre religioni, come avviene in tutta Europa con
le sole eccezioni di Irlanda e dell'ortodossa Cipro, procura un immediata patente di
estremismo, anticlericalismo viscerale, lobbismo ebraico o addirittura simpatie per Al
Quaeda. Quanto ad abolirla, come in Francia, è un'ipotesi che non sfiora neppure le menti
laiche.
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