bullet3 Mani pulite...

L'autunno del 1993 è la stagione più crudele di Tangentopoli. Subito dopo i suicidi veri o

presunti di Gabriele Cagliari e di Raul Gardini, la mattina del 4 ottobre arriva al presidente

dello Ior una telefonata del procuratore capo del pool di Mani Pulite, Francesco Saverio

Borrelli: "Caro professore, ci sono dei problemi, riguardanti lo Ior, i contatti con Enimont...".

Il fatto è che una parte considerevole della "madre di tutte le tangenti", per la precisione

108 miliardi di lire in certificati del Tesoro, è transitata dallo Ior

bullet4 Whi not

Sul conto di un vecchio

cliente, Luigi Bisignani, piduista, giornalista, collaboratore del gruppo Ferruzzi e faccendiere

in proprio, in seguito condannato a 3 anni e 4 mesi per lo scandalo Enimont e di recente

rispuntato nell'inchiesta "Why Not" di Luigi De Magistris. Dopo la telefonata di Borrelli, il

presidente Caloia si precipita a consulto in Vaticano da monsignor Renato Dardozzi,

fiduciario del segretario di Stato Agostino Casaroli. "Monsignor Dardozzi - racconterà a Galli

lo stesso Caloia - col suo fiorito linguaggio disse che ero nella merda e, per farmelo capire,

ordinò una brandina da sistemare in Vaticano. Mi opposi, rispondendogli che avrei

continuato ad alloggiare all'Hassler. Tuttavia accettai il suggerimento di consultare

d'urgenza dei luminari di diritto. Una risposta a Borrelli bisognava pur darla!". La risposta

sarà di poche ma definitive righe: "Ogni eventuale testimonianza è sottoposta a una

richiesta di rogatoria internazionale".