bullet2 Daumier

Honoré, Marsiglia 26.2.1808 Valmandois 11.2.1879 scultore, pittore, litografo e caricaturista francese. Trasferitosi a Parigi con la famiglia nel 1816, trovò impiego come fattorino di un ufficiale giudiziario. Iniziò a dedicarsi al disegno collaborando in qualità di vignettista con il giornale antigovernativo "La Caricature". Le sue tavole di satira politica, energiche e spietate, gli valsero una serie di arresti: il primo nel 1832, per aver rappresentato il re, Luigi Filippo, come Gargantua (il leggendario gigante eroe del capolavoro di François Rabelais). L'anno seguente realizzò alcuni busti caricaturali in creta, che colpivano vizi e tic della compiaciuta società borghese. Quando nel 1834 la censura costrinse a chiudere "La Caricature", anche a causa delle litografie satiriche di Daumier (come Il ventre legislativo, La libertà di stampa, La tumulazione di La Fayette e La rue Transnonain), l’artista marsigliese passò a lavorare per il nuovo giornale "Le Charivari", in cui erano confluiti tutti i giornalisti della vecchia testata. Negli anni Quaranta e Cinquanta affiancò alle litografie di satira politica numerosi disegni e stampe dedicate a una lucida analisi delle realtà sociali, spesso dei ceti più bassi. Risale inoltre al 1850 la famosa statuetta Ratapoil, ispirata a Luigi Bonaparte.


Intorno al 1860 decise di consacrarsi principalmente alla pittura, influenzato dagli amici Camille Corot e Jean-François Millet. Vicini alle opere di quest'ultimo sono Lavandaia (1860-1862, Louvre, Parigi) e Il vagone di III classe (1862 ca., Collezione Nakalar, Boston) nel quale si attua una felice sintesi tra disegno e colore, attraverso un chiaroscuro di tonalità calde. Grande e prolifico disegnatore, Daumier produsse, anche per necessità economica, circa 4000 litografie, 300 disegni e 200 dipinti (ricordiamo, oltre ai già citati, L’amatore di stampe, 1857-1860, Petit Palais, Parigi, e le numerose tele ispirate al personaggio di Don Chisciotte). Rifiutò la Legion d'Onore e morì in miseria. Ebbe molti imitatori, ma nessuno seppe uguagliare l’incisività del suo stile.