DE SAUSSURE

Introdusse la distinzione teorica tra LANGUE (il sistema delle convenzioni e dei segni, cioè dei codici che costituiscono la lingua di una comunità) e PAROLE (l'uso che il singolo individuo fa della lingua per COMUNICARE i propri messaggi), e quella tra signifiant ("significante"), ovvero il segno convenzionalmente atto a veicolare il senso, e signifié ("significato"), il senso che le parole veicolano e che può variare per fattori sociali o soggettivi, indipendentemente dalle parole stesse (vedi Significante e significato*). Definì tra gli elementi linguistici la relazione sintagmatica, cioè di opposizione fra unità successive, il cui valore è determinato dal rapporto stesso, e quella associativa o paradigmatica, in cui il valore è determinato dall'associazione con altri elementi omologhi (vedi Assi sintagmatico e paradigmatico**). Affermò infine l'importanza dello studio sincronico della lingua, intesa come fenomeno dotato di meccanismi propri, contrapponendolo al tradizionale studio diacronico, che si concentrava solo sull'evoluzione degli idiomi.

*Nel Novecento alcuni studiosi posero la distinzione tra significante e significato al centro dell'analisi dei segni. Tra questi fondamentali furono lo svizzero Ferdinand de Saussure e Charles Sanders Peirce, quest'ultimo con impostazione prevalentemente logico-filosofica.Nella sua definizione di segno linguistico, Saussure distingue un elemento formale, o esterno, costituito dal significante, e un elemento intrinseco, concettuale, costituito dal significato. Qualsiasi segno esiste solo grazie alla relazione tra significante e significato. In altre parole, IL SIGNIFICANTE È LA FORMA, FONICA O GRAFICA, UTILIZZATA PER RICHIAMARE L'IMMAGINE CHE NELLA NOSTRA MENTE È ASSOCIATA A UN DETERMINATO CONCETTO O SIGNIFICATO. SIGNIFICANTE E SIGNIFICATO ESISTONO SOLO L'UNO IN RAPPORTO ALL'ALTRO E QUESTO RAPPORTO NON È DETERMINATO A PRIORI, BENSÌ ARBITRARIO: OGNI LINGUA CREA I PROPRI SEGNI CONVENZIONALI, E IL SIGNIFICATO PUÒ VARIARE INDIPENDENTEMENTE DALLE PAROLE, IN BASE A FATTORI SOCIALI O SOGGETTIVI.

** Assi sintagmatico e paradigmatico: si definisce "asse sintagmatico" il concatenamento degli elementi comunicativi (le parole o qualsiasi altro segno) considerati nel loro rapporto di contiguità (l'uno dopo l'altro) e "asse paradigmatico" l'insieme delle parole o dei segni con i quali, per associazione, si può sostituire ciascun elemento dell'asse sintagmatico.Il primo a formulare questa distinzione in linguistica fu il ginevrino Ferdinand de Saussure, al quale si deve l'introduzione dei concetti di "rapporto sintagmatico" e di "rapporto associativo" tra i segni. Sulla linea di Saussure si pone il linguista danese Louis Trolle Hjelmslev, che parla di "assi del linguaggio": ogni elemento del processo comunicativo può essere pensato come risultante dell'intersezione tra asse sintagmatico e asse paradigmatico.Le funzioni fra gli elementi situati sull'asse paradigmatico sono "correlazioni" (disgiunzioni logiche del tipo "o ... o"), mentre le funzioni fra gli elementi che trovano posto sull'asse sintagmatico sono "relazioni" (congiunzioni logiche del tipo "e ... e"). Si consideri la frase: "Il centravanti segna un goal". Scrivendo questa frase si può decidere di inserire nella prima posizione il segno "un", ottenendo così la proposizione "Un centravanti segna un goal". In questo caso "il" e "un" contraggono correlazione nell'asse del paradigma. Si consideri ora la frase: "Francesco morde Carlo". Qui si può decidere di mutare gli elementi che compaiono in prima e in terza posizione, ottenendo così la proposizione "Carlo morde Francesco". In questo caso sono state scambiate le posizioni sintattiche di soggetto e oggetto lavorando sull'asse sintagmatico.La presenza degli assi sintagmatico e paradigmatico caratterizza tutti i fenomeni comunicativi. Un piatto di riso può essere considerato la risultante dei due assi: quello sintagmatico dei piatti che si devono aggiungere per fare un pasto completo (antipasto, carne, verdura, frutta, dolce) e quello paradigmatico delle alternative possibili (pasta, minestra ecc.). L'asse sintagmatico di un programma televisivo è il palinsesto della serata, cioè i programmi che lo precedono e lo seguono, mentre sull'asse paradigmatico si dispongono le alternative possibili, i programmi che avrebbero potuto sostituirlo.





» Vedere anche:Chi è?