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Ricci, Sebastiano

Ricci, Sebastiano (Belluno 1659 – Venezia 1734), pittore italiano; svolse un ruolo fondamentale nel rinnovamento della pittura veneta dal barocco al rococò.

Dopo aver svolto un primo apprendistato presso la bottega di Federico Cervelli, seguace di Luca Giordano, e successivamente di Sebastiano Mazzoni, compì una serie di viaggi a Bologna, a Parma, a Roma ed infine a Milano, durante i quali, grazie anche ai contatti stretti con pittori quali Gian Gioseffo de Sole, Carlo Cignani, Alessandro Magnasco, ebbe modo di aprire il suo orizzonte culturale ed artistico e di approfondire la conoscenza della grande pittura del Cinque e Seicento italiano.

Il rientro a Venezia fu contrassegnato dalla volontà di rottura con la tradizione barocca, dai tipici modi fortemente chiaroscurati e drammatici, rottura che avvenne attraverso il consapevole recupero della lezione di Paolo Veronese, della sua tavolozza schiarita e delle sue composizioni scenografiche.

Le opere eseguite tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento evidenziano una progressiva elaborazione dei modi pittorici che diventeranno propri del rococò: così nella decorazione di Palazzo Marucelli e di Palazzo Pitti a Firenze la preziosa gamma cromatica adottata è intessuta di una luce calda e solare, la pennellata si fa nervosa e guizzante, le soluzioni compositive sono all’insegna della libertà e dell’apertura spaziale.

Tra 1708 e 1716 Sebastiano soggiornò per vari periodi insieme al nipote Marco a Londra, quindi fu a Parigi: grazie a questi viaggi si inserì in un circuito di prestigiose commissioni che non si esaurì nemmeno dopo il definitivo rientro a Venezia.

A Sebastiano Ricci, che si può considerare il caposcuola dell’orientamento “chiarista” della pittura veneta del primo Settecento, si ispirarono Giovan Battista Piazzetta e Gianbattista Tiepolo.

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