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 Caffi, Ippolito
Caffi, Ippolito  
Caffi, Ippolito (Belluno 1809 – Lissa 1866), pittore italiano. Compiuto il tirocinio artistico a Padova 
presso il pittore Pietro Paoletti, frequentò, fra il 1827 e il 
1829, l’Accademia di Venezia dove studiò in particolare il vedutismo settecentesco. 
Durante il suo primo soggiorno romano, fra il 1832 e il 1836, si appassionò alla pittura dal vero, realizzando 
interessanti dipinti dal taglio originale e dai toni 
morbidi. Il successo del trattato Lezioni di prospettiva pratica (1834) e del quadro L’ultima 
ora del Carnovale a Roma (I Moccoletti) del 1837 
(Galleria di Ca’ Pesaro, Venezia) lo rese noto nelle maggiori città italiane, dove fu chiamato a esporre 
le sue numerose vedute delle rovine romane e della 
laguna veneziana. Nel 1841 collaborò alla decorazione del Caffè Pedrocchi a Padova, dipingendo in alcune 
sale vedute romane, sotto la guida di Giuseppe 
Jappelli. 
Fu fra i primi orientalisti italiani a intraprendere il viaggio verso le terre levantine: nel 1842 si 
imbarcò a Napoli su un vapore francese. Durante i suoi soggiorni 
a Malta, Atene, Smirne, Costantinopoli, Il Cairo, Caffi realizzò centinaia di disegni e acquerelli, 
fonti per i suoi innumerevoli dipinti di tema esotico: tra i suoi 
soggetti più ricorrenti spiccano le vedute di Costantinopoli, scorci di strade del Cairo, carovane nel 
deserto riproposte in infinite varianti, a volte con intenti 
più evocativi che documentaristici. Ancora con vedute dell’Oriente e dell’antica Roma affrescò nel 1847 
il Palazzo Spineda a Treviso e nel 1858 Casa 
Salvadego a Venezia.  
Nel 1848 partecipò a diverse battaglie delle guerre d’indipendenza, illustrando poi nei suoi quadri 
momenti della resistenza antiaustriaca (Bombardamento 
notturno a Marghera, 1849, Museo del Risorgimento, Venezia). Morì nel 1866 sulla nave da guerra Re 
d’Italia, affondata a Lissa. 
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