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Tiziano Vecellio
Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1490 ca. - Venezia 1576), pittore italiano; fu l'artista preminente
della scuola veneziana e una delle figure chiave nella
storia dell'arte occidentale. Secondo alcune ricostruzioni della sua biografia, compì la sua formazione
artistica con Gentile Bellini e in seguito con Giovanni
Bellini, per quanto nelle sue opere si riconoscano influssi del solo Giovanni.
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L'INFLUENZA DI GIORGIONE
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Il primo documento sull'attività di Tiziano risale al 1508, quando gli fu commissionata, insieme a Giorgione,
la decorazione ad affresco dell'esterno del
Fondaco dei Tedeschi a Venezia, opera di cui rimangono pochi frammenti. Tiziano fu profondamente influenzato
dal pittore di Castelfranco Veneto, tanto
che risulta controversa l'attribuzione di alcuni dipinti del primo decennio del Cinquecento, come ad
esempio L'adultera (Art Gallery, Glasgow); il Concerto
campestre (1510 ca., Louvre, Parigi), un tempo unanimemente attribuito a Giorgione, ora è normalmente
ascritto a Tiziano o a una collaborazione tra i due.
La prima opera datata e certamente di sua mano sono i tre affreschi con i Miracoli di sant'Antonio
da Padova, che Tiziano dipinse per la Scuola del Santo
a Padova, nel 1511. In una serie di scene narrative, i personaggi sono ritratti entro paesaggi descritti
in modo quasi impressionistico. Nei quadri
immediatamente successivi di Tiziano, corpi e materia assunsero una densità e una consistenza sempre
più sensuali, le inquadrature nel paesaggio divennero
più realistiche, i colori sfumati e intensi, ma comunque armoniosi: si vedano ad esempio Le tre età
dell'uomo (1513 ca., National Gallery, Edimburgo) e
L’Amor sacro e l’Amor profano (1515 ca., Galleria Borghese, Roma). La svolta stilistica culminò
nei tre Baccanali che Tiziano dipinse per il duca di
Ferrara, Alfonso d'Este, tra il 1518 e il 1522 (Offerta a Venere e Baccanale degli Andrii,
entrambi al Prado, Madrid, e Bacco e Arianna, National
Gallery, Londra).
Gli stessi elementi di sensualità e monumentalità si ritrovano nelle composizioni sacre dell'epoca,
come nella potente Assunta (1516-1518), dipinta per
l'altare maggiore della chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia, con la quale Tiziano si
affermò come massimo pittore veneziano. In un'altra opera
per la stessa chiesa, la Pala Pesaro (1518-1526), Tiziano adottò un tipo di composizione mossa
che evoca l'infinito; imitata da Paolo Veronese e dai
Carracci (vedi Agostino Carracci; Annibale Carracci; Ludovico Carracci), finì per diventare uno
dei punti di partenza del barocco. La Madonna con il
Bambino non è più collocata al centro della scena, ma di lato, seduta sulla scalinata di un grandioso
tempio di forme antiche accanto a due gigantesche
colonne.
Sia nelle opere profane sia in quelle religiose di questo periodo si può apprezzare un'originale rielaborazione
della pittura rinascimentale romana e fiorentina,
studiata in particolare nell'interpretazione di Michelangelo e Raffaello: Tiziano coniuga la monumentalità
e il dinamismo dello stile centro-italiano con il
tradizionale cromatismo veneto, la pennellata libera e il luminismo di Giovanni Bellini e Giorgione.
Celebre fin dal 1516, quando fu nominato pittore ufficiale della Serenissima, Tiziano ricevette commissioni
di ritratti da regnanti, nobili e letterati. Inizialmente
vicini alla vena sognante di Giorgione (si consideri il cosiddetto Ariosto della National Gallery
di Londra), assunsero presto una maggiore corposità e
divennero sia immagini idealizzanti e celebrative, sia acuti ritratti psicologici; caratteristico ne
fu il taglio a mezza figura e con le mani in vista, come nell'Uomo
dal guanto (1520, Louvre). Tiziano ritrasse i duchi di Urbino, Ferrara, Mantova, Carlo V (1532-33,
Prado) e il papa Paolo III, conferendo ai soggetti un
aristocratico distacco e un'opulenza contenuta, come si vede nel ritratto di Federigo Gonzaga
(1526 ca., Prado). Gli sfondi neutri dei primi ritratti furono
talvolta sostituiti da elementi scenici sapientemente disposti, rimasti capisaldi del ritratto formale
fino ai nostri giorni.
Nell'ultimo periodo della sua vita Tiziano dipinse con maggiore scioltezza e carica espressiva: le forme
perdettero gradualmente solidità, mentre il colore
acquistò intensità, steso in pennellate vibranti (Ratto di Europa, 1559-1562 ca., Gardner Museum,
Boston). Ancora più inquietanti sono l'Apollo e Marsia
(1570-1576 ca., Kromeríž, Repubblica Ceca) e Ninfa con pastore (1574 ca., Kunsthistorisches Museum,
Vienna): qui i colori sono meno sgargianti, ma la
pennellata inquieta, della quale non si troverà l'equivalente fino al Novecento, cancella quasi completamente
la forma. Gli ultimi quadri mitologici di Tiziano,
che egli chiamava "poesie", sono formidabili rappresentazioni della potenza irresistibile
e primordiale della natura.
Rientrano in questa produzione tarda anche una serie di opere a soggetto religioso, anch'esse caratterizzate
dalla dissoluzione progressiva della forma in
colore e luce, spesso su sfondi bui. Ne sono esempi l'Annunciazione (1560-1565, chiesa di San
Salvatore, Venezia) e il Cristo coronato di spine (1570
ca., Alte Pinakothek, Monaco). La smaterializzazione delle figure esprime una visione del mondo interessata
a ciò che sta oltre l'apparenza, mossa da un
inquieto spirito di ricerca, anomalo nel panorama dell'arte rinascimentale: tale tendenza culminò nella Pietà
(Galleria dell'Accademia, Venezia), dipinta da
Tiziano per la propria cappella funebre e rimasta incompiuta al momento della morte.
L'opera di Tiziano, che segnò profondamente tutta la pittura europea, inaugurò una tradizione diversa,
ma ugualmente importante, da quella lineare e
classicheggiante della scuola fiorentina, cui appartennero Michelangelo e Raffaello; questo corso alternativo,
abbracciato poi da grandi artisti quali ad
esempio Rubens, Velázquez, Rembrandt, Delacroix e gli impressionisti, appare ancora attuale ai giorni
nostri.
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