bullet3 Tipologie ristoranti

» Vedere anche:Identificare e distinguere le strutture enogastronomiche e dell'ospitalità

bullet4 Buffet

vivande poste su tavoli o mobili, a libero servizio, utilizzato in caso di rinfreschi, pranzi di lavoro, meeting, piccoli locali, villaggi turistici


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bullet4 Fast food

Il fast food (espressione inglese traducibile letteralmente come "cibo veloce") è un tipo di ristorazione di origine e principale diffusione in paesi di cultura anglosassone, servita in locali chiamati appunto "Fast Food", veloce da preparare e da consumare. Si possono incontrare anche fast food ambulanti che forniscono cibo simile e con le medesime modalità. È un pasto veloce, un sistema rapido di ristorazione che a partire dagli anni ottanta ha avuto una vasta diffusione a livello mondiale.


Questa cucina è costituita principalmente da hamburger, hot dog, patate fritte, pizze, sandwich ma anche da altri cibi derivati da cucine etniche, come la cipolla fritta, e suggerisce l'uso massiccio di diverse salse come la senape, la maionese ed il ketchup.


Il fast food è in genere caratterizzato da un costo relativamente modesto, dall'uniformità del servizio offerto e dall'ampia diffusione dei punti vendita.


Il modello alimentare proposto dai fast food coinvolge prevalentemente fasce più giovani, ma anche una quota crescente di adulti, che per motivi essenzialmente legati ai ritmi lavorativi, fa sempre maggiore ricorso a questo tipo di ristorazione.


Nei paesi latini, tradizionalmente più legati a preparazioni laboriose ovvero a sapori e componenti più direttamente di origine rurale, il fast food è spesso considerato sinonimo di cattiva alimentazione, sia perché costituito da pasti consumati in fretta, anche in piedi o in auto, sia per l'insufficiente qualità e varietà degli ingredienti e per l'abbondanza di elementi fritti, grassi, salati e zuccherati.


I cibi normalmente rientranti nel fast food, come burgers, patatine, pollo fritto e la maggior parte delle pizze, vengono classificati tra quelli densi di energia (ad elevato contenuto di grassi e/o zuccheri raffinati e/o con basso contenuto di fibre) ed in quanto tali, specialmente se consumati frequentemente o in porzioni abbondanti, aumentano il rischio di obesità, che aumenta il rischio di cancro[1].


Elevati consumi di fast food sono predittori di elevati livelli di colesterolo[2], importante fattore di rischio per infarto, ictus e malattie del sistema cardiocircolatorio.


I cibi proposti nei fast food, ed in particolare i burgers e le patate fritte, contengono elevate quantità di acidi grassi trans, i quali sono associati all'incremento del rischio di malattie cardiovascolari, alla riduzione della concentrazione di colesterolo HDL (il cosiddetto colesterolo buono), aumento delle lipopotreine a bassa densità, aumento dei trigliceridi, disturbo dell'equilibrio delle prostaglandine e promuovere insulino-resistenza, aumentando quindi il rischio di diabete[3].


Nel tentativo di dare risposta a questi squilibri nutrizionali, i gestori delle più note catene propongono nei propri menu anche pasti con minore apporto calorico come insalate e macedonie.


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1 Filmografia

2 Note

3 Voci correlate

4 Altri progetti

5 Collegamenti esterni

Filmografia [modifica]


Super Size Me (2004) di Morgan Spurlock

Fast Food Nation (2006) di Richard Linklater

Focaccia blues (2009) di Nico Cirasola


bullet4 Mensa

locale inserito o prossimo a luoghi di lavoro a servizio dei dipendenti o dei frequentatori

bullet4 Osteria

L'osteria è un esercizio pubblico nel quale si serve prevalentemente vino e, in alcuni casi, cibi e spuntini.


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1 Origini

2 Implicazioni sociologiche

3 Una storia delle osterie da "Comune di Rimini"

4 La più antica osteria

5 Voci correlate

6 Altri progetti

Origini [modifica]


Il termine osteria viene da 'oste', dall'antico francese oste, ostesse che a sua volta deriva dal latino hospite(m). Una delle prime attestazioni del termine hostaria si trova nei capitolari della magistratura dei "Signori di Notte", che, come suggerito dal nome, vegliava sulla tranquillità notturna della Venezia del XIII secolo. L'etimologia della denominazione attuale richiama la funzione del luogo che è appunto quella dell'ospitalità.




Pompei - Thermopolium

Locali simili alle osterie esistevano già nell'antica Roma chiamati enopolium, mentre nei thermopolium si servivano anche cibi e bevande caldi, mantenuti a temperatura in grandi vasi di terracotta incassati nel bancone: esempi ben conservati sono visibili presso gli scavi dell'antica Pompei.


Le osterie sorsero, come punti di ristoro, nei luoghi di passaggio o in quelli di commercio che nella fattispecie sono strade, incroci, piazze e mercati. Ben presto divennero anche luoghi d'incontro e di ritrovo, di relazioni sociali. Gli edifici, spesso poveri e dimessi, assumevano importanza in base al luogo dove sorgevano e alla vita che vi si alimentava. Il vino era l'elemento immancabile intorno al quale tutti gli altri facoltativi giravano: il cibo, le camere da letto, la prostituzione.


Implicazioni sociologiche [modifica]


L'osteria era, fino alla metà del 1900, un tipico luogo di ritrovo serale popolare delle persone di sesso maschile; luogo di incontro e di socializzazione ha costituito per lungo tempo, uno dei pochi momenti di incontro e di scambio d'idee, in aggiunta alla Chiesa e alla piazza. Dal dopo guerra ad oggi la frequentazione di questi locali è venuta sempre meno, negli ultimi anni però si è visto un rifiorire di questi locali che stanno recuperando la loro funzione di luogo di incontro per ambo i sessi.


Una storia delle osterie da "Comune di Rimini" [modifica]


Le osterie le possiamo considerare come le antenate degli alberghi e delle pensioni di oggi. Il loro numero era molto alto... Prendevano nome, di norma, dalle insegne quasi araldiche che esponevano: un angelo, un leone, un'aquila, una corona, due spade, spesso unite ad una frasca. Quelle anonime, più rare, si intitolavano... al nome o soprannome del proprietario. Offrivano vino, vitto e - a volte - alloggio ed erano di differente "categoria". Le più accoglienti ospitavano i personaggi di riguardo; le più scalcinate i pellegrini e la soldataglia. Osterie a buon mercato si trovavano nella contrada dei magnani (cioè dei calderai). Fuori delle mura o accanto alla stazione di posta si affacciavano altre osterie; qui alloggiava chi non aveva tempo, denaro e le carte in regola per entrare in città. Le osterie più economiche erano situate nei pressi del porto ad accogliere i frastornati viaggiatori che scendevano dalle barche. Alcune osterie erano situate nei luoghi più malfamati della città, luoghi frequentati nottetempo da prostitute, ladruncoli, vagabondi e sbirri. Nelle osterie si pernottava e si mangiava. Cosa, non lo sappiamo, in ogni caso, fatte le dovute eccezioni, si può immaginare che i piatti saranno stati pochi e semplici. Un'osteria ... serviva, nel 1544, una "menestra de tagliategli". Nelle osterie si moriva, anche. Sono stati compilati lunghi elenchi di forestieri morti nelle osterie: viandanti ammalati, soldati feriti e soprattutto pellegrini sfiancati. Numerosissimi sono quelli che spiravano mentre andavano o tornavano dai santuari. Agli ospedali si preferivano senz'altro le osterie. Gli osti accoglievano senza nessuna difficoltà i passeggeri ammalati, anche gravemente: per carità cristiana e perché, in caso di morte, "ereditavano" tutto quello che la buonanima aveva indosso.


Da "Comune di Rimini - Storia delle osterie" (liberamente tratto)


La più antica osteria [modifica]


A Ferrara, a lato del Duomo, v’è quella che è documentata (fin dal 1435) come la più antica osteria del Rinascimento e, forse, del mondo.


Già nel ‘400 esisteva l'Hostaria del Chiucchiolino e, uscendo o evitando la porta della chiesa, ci si infilava nel viottolo adiacente (ora via degli Adelardi 11) per assaggiare del buon vino a bordo di una barca; l'osteria si trovava - infatti - in una piccola insenatura formata dall’acqua piovana.


Si racconta che molti ospiti illustri abbiano frequentato questo locale.


Tra loro: lo scultore Benvenuto Cellini, i poeti Ludovico Ariosto e Torquato Tasso, l’astronomo Niccolò Copernico che visse e studiò proprio sopra l’osteria.


Nel 1973, il Cardinale Stefan Wyszynski, Primate della Polonia e Karol Wojtyla, che lo accompagnava, furono a Ferrara in occasione del V centenario della nascita dell'astronomo e, per visitare l’abitazione dell’illustre connazionale, dovettero attraversare l'interno dell'osteria "Albrindisi", come ora si chiama l'osteria più antica del mondo (tuttora in attività).


» Vedere anche:Storia

bullet4 Paninoteca

si servono quasi esclusivamente panini, toast(s), stuzzichini e bevande

bullet4 Pizzeria

Il termine pizzeria viene utilizzato per indicare differenti tipologie commerciali:


La pizzeria quale ristorante, dove si possono consumare principalmente pizze, calzoni e fritti vari, ma in cui spesso è possibile trovare anche altre tipologie di pietanze. La struttura del locale è analoga a quella di un qualsiasi altro tipo di ristorante, con la peculiarità che, accanto o al posto dello chef, è presente un pizzaiolo addetto al forno e alla cottura delle pizze.

La pizzeria quale tavola calda, un locale che vende la pizza, intera o a tranci (in alcune parti d'Italia si chiama "pizza al taglio"), da consumarsi in modalità take away (o "d'asporto") o su tavolini in self service.

La pizzeria dedicata alla vendita di pizze, bevande e altre pietanze esclusivamente o quasi d'asporto, anche a domicilio tramite con l'impiego dei portapizze.

Indice  [nascondi]

1 La pizzeria/ristorante

2 La pizzeria a taglio

3 La pizzeria a domicilio

4 Altri locali dove consumare la pizza

5 Le catene fast food

6 Voci correlate

La pizzeria/ristorante [modifica]


Come in un qualsiasi ristorante, gli avventori vengono serviti al tavolo da camerieri e scelgono le ordinazioni dai menu. La pizza viene offerta al piatto, e solitamente non è possibile deciderne la quantità precisa: la maggior parte delle pizzerie offrono solo la classica pizza tonda a dimensione del piatto, benché alcune consentano di scegliere fra due o più grandezze (pizza tonda piccola/media/grande) o di deciderne la lunghezza (pizza al metro).


Alcune pizzerie di questo tipo vendono anche le stesse pizze che servono ai tavoli per la consumazione a casa. Per questo uso, vengono usati per lo più appositi contenitori di cartone.


Le più tradizionali pizzerie del centro storico di Napoli vendono, oltre alle normali pizze servite al tavolo, anche la pizza a portafoglio, o pizza a libretto, ossia una versione più piccola, tipicamente della pizza Margherita, piegata in quattro insieme ad un foglio di carta per alimenti per essere consumata in strada.


La pizzeria a taglio [modifica]


La pizzeria a taglio è un esercizio commerciale per la vendita di cibi da asporto. Solitamente dispone di un bancone all'interno del quale l'esercente presenta le teglie di pizza già preparate. Il cliente ha la possibilità di decidere il tipo di pizza tra quelle presenti e la quantità; quest'ultima può essere in qualche modo già predefinita dall'esercente (attraverso l'indicazione di un trancio minimo) oppure può essere completamente libera, da indicarsi in peso o in grandezza.

Spesso la pizzeria dispone anche di banchi e tavolini per il consumo della pizza e delle bevande acquistate, ma sempre in modalità self-service.


La pizzeria a domicilio [modifica]


Una forma sempre più diffusa nelle grandi città per la vendita delle pizze è la consegna a domicilio. Le pizzerie d'asporto per pubblicizzarsi diffondono volantini nella zona circostante con il listino prezzi, recapiti ed orari ed eventuali buoni sconto come offerta di lancio.


Sul conto è spesso aggiunto al prezzo delle pizze un costo per il servizio a domicilio, solitamente intorno ad 1 €; sono anche spesso presenti offerte cumulative e menu fissi per convincere il cliente ad ordinare più pietanze così da risparmiare sulle spese di trasporto.


La consegna a domicilio è svolta dai portapizze che si muovono quasi sempre con ciclomotori a cui sono installati speciali cassoni.


In questi cassoni vengono riposti i sacchi thermos usati per conservare calde le pizze.


Altri locali dove consumare la pizza [modifica]


La pizza viene spesso venduta anche nelle rosticcerie, kebaberie (dove assume la forma di pita), panifici, gastronomie, ipermercati ed altri tipi di rivendita.


Le catene fast food [modifica]


Esistono catene fast food che coniugano la possibilità di mangiare la pizza con la velocità e la facilità tipica di questi locali. In Italia, la catena più famosa è Spizzico. In sostanza, viene riproposta in maniera industriale la classica pizzeria a taglio italiana. Negli Stati Uniti una delle catene più famose è Pizza Hut.

bullet4 Ristorante

locale formale con posti assegnati e servizio al tavolo

bullet4 Self service

ritiro dei piatti proposti da parte del cliente senza servizio ai tavoli


  • Free-flow

    isole tematiche con accesso libero da parte del cliente


     

bullet4 Taverna

La taverna è un locale pubblico nel quale il cliente può ordinare da bere e da mangiare.


Le taverne si differenziano dai bar poiché, solitamente, il loro orario di esercizio è prettamente serale e inoltre possono servire pasti completi. In definitiva le taverne sono una via di mezzo fra i bar e le trattorie.


Origini ed Etimologia


Derivano dalle tabernae dell'antica Roma, cioè negozi alimentari che offrivano la possibilità di consumare cibi e bevande in loco e, in alcuni casi, perfino di alloggiare[1].



bullet4 Tavola calda

Per tavola calda si intende tutta la produzione di rosticceria o snack di prodotti salati. Fra essi si annoverano gli arancini, le cartocciate, le cipolline, i paté, i supplì, le pizzette ed altre varietà locali presenti in ogni regione italiana.


Nel Nord Italia, generalmente, si sostituisce il termine "tavola calda" con quello "tavola fredda". Questa distinzione ha un'origine storica: infatti nel Medioevo nell'Italia settentrionale i cibi consumati erano perlopiù freddi e vi era una grande differenza con i locali nel meridione dove si mangiavano spesso piatti caldi come minestre o pizze

bullet4 Trattoria

La trattoria è un esercizio pubblico, prevalentemente di tipo popolare, destinato alla vendita e consumazione dei pasti in loco.


Alcuni di questi esercizi possono essere rinomati e ricercati per la qualità dei cibi e per la caratterizzazione, quasi sempre di cucina locale-regionale, delle preparazioni.


L'economicità dei prezzi praticati è una attrattiva di questi locali a cui fa riscontro una maggiore semplicità nel servizio e negli arredi, ma non nella qualità e quantità dei cibi offerti che spesso è di ottimo livello.


Possibili evoluzioni [modifica]


Il relativo cambiamento delle zone agricole, con la riduzione degli addetti in agricoltura e con il fenomeno dell'inurbamento, con la modificazione urbanistica e insediativa dei centri storici, la trasformazione in centri prevalentemente dedicati ad attività amministrative e direzionali e il conseguente allontanamento degli insediamenti tradizionali (abitazioni popolari, attività di piccolo artigianato, commercio di servizio), fa rilevare e prevedere una possibile scomparsa e snaturamento della tipica trattoria.




Insegna della trattoria Malvina che si trova in Emilia.

L'avvicendamento nelle gestioni di tali locali, con il subentro di commercianti e addetti slegati dalle tradizioni popolari e dal tessuto locale che ne hanno sostenuto la diffusione, aggrava ulteriormente il fenomeno rendendoli irriconoscibili e avulsi dal contesto del territorio in cui insistono.